L'arrivo di CR7, l'idea Icardi, il futuro di Dybala: a tutto Paratici | OneFootball

L'arrivo di CR7, l'idea Icardi, il futuro di Dybala: a tutto Paratici | OneFootball

Icon: OneFootball

OneFootball

Francesco Porzio·12 febbraio 2019

L'arrivo di CR7, l'idea Icardi, il futuro di Dybala: a tutto Paratici

Immagine dell'articolo:L'arrivo di CR7, l'idea Icardi, il futuro di Dybala: a tutto Paratici

Il direttore sportivo della Juventus ha parlato alla Gazzetta dello Sport di tantissimi argomenti. Dall’arrivo di Ronaldo alle possibili mosse future.

Ecco le parti più importanti dell’intervista rilasciata a Walter Veltroni che potete trovare in versione integrale sul giornale di oggi.


OneFootball Video


IL FOGLIETTO

“Vuole sapere se i nomi scritti sul famoso pezzo di carta che avevo strappato e deposto in un cestino erano veri? Eravamo a una riunione col Genoa e avevamo segnato dei giocatori dei quali avevamo parlato. Ma sono solo una parte delle centinaia i cui nomi sono scritti su questi pezzi di carta…”.

L’ARRIVO DI CRISTIANO RONALDO

“Quando noi abbiamo giocato a Madrid è venuto Mendes, come si fa sempre nei giorni della Champions. Gli dico: “Cristiano ha fatto dei gol incredibili”, avevo ancora negli occhi, con ammirazione e dolore, la rovesciata. Lui mi guarda e mi risponde: “Tu non ci crederai ma Cristiano, se cambia, vuole venire alla Juve. Ricordati che è meno strano di quanto tu possa pensare. Poi ne parliamo”. Io ho pensato a una boutade ma ho cominciato a ragionarci. Ci siamo trovati all’aeroporto dei voli privati di Linate con Mendes e Giovanni Branchini per chiudere, non ci voleva molto, quel fenomeno di Cancelo. Mendes mi guarda ancora, ora si capiva che faceva sul serio: “Ricordati l’altra cosa, vedrai che Ronaldo si muove da Madrid. Te lo dico chiaro: il giocatore vuole venire solo alla Juve. Lui ha giocato nel Manchester United che è la più grande squadra inglese, poi nel Real Madrid, lui va solo in squadre storiche”

“In Italia non ha mai giocato, vuole vincere anche il titolo italiano. Se lo volete, lui c’è”. Gli ho detto: “Va bene allora tu dimmi un po’ di cosa stiamo parlando”. Io, che certo non mi ero scordato e certo volevo Ronaldo, sono arrivato lì preparato. Pensavo: se lui ne riparla voglio vedere, come al poker, che carte ha in mano: “Di cosa stiamo parlando?”. “Questo è il salario, questo il trasferimento”, dice lui. “Fammi pensare qualche giorno e poi ti darò una risposta”. Non ho detto no, altrimenti lui avrebbe cercato altro”.

“Quando ho saputo di Ronaldo, mi sono riunito con Agnelli e Nedved e ho detto: “È tutta da valutare, non mettetevi a ridere e non mi buttate fuori dall’ufficio. Ci sono due modi per motivare la squadra: uno non si può dire e l’altro è quello di comprare Cristiano Ronaldo”. E mi guardarono come un matto”.

L’IDEA ICARDI

E il primo modo quale era? “Il primo era comprare Icardi e scatenare un casino incredibile… parola mia ad Agnelli. Ma, come è ovvio, non era questo il mio obiettivo reale. Oppure… oppure possiamo prendere Cristiano Ronaldo. Andrea fece una smorfia ma io dissi “aspetta, fammi spiegare…”. In verità, in quel momento nessuno poteva pensare che sarebbe venuto via dal Real Madrid per la cifra di cui Mendes mi aveva parlato. Si fece silenzio: “Mendes mi ha detto di riferirti che se la Juve lo vuole, e corrisponde alle sue richieste, lui viene alla Juve. Non vuole altra squadra se non la Juve. Non c’è opzione B, vuole solo la Juve”.

“Andrea Agnelli è un manager, non è solo un presidente. Capisce di calcio e di azienda, vuole far ancora più grande la Juve. È velocissimo nelle decisioni: ha chiesto di pensarci un attimo e di parlarne con alcune persone. Io già ero contento che non mi avesse buttato fuori dall’ufficio e mi avesse lasciato l’entusiasmo di pensare di poter comprare Ronaldo. Il pomeriggio mi disse di farmi dare bene tutti i conti perché, se era come avevo detto io, saremmo andati avanti”.

“Alla prima riunione, quella dell’idea, Marotta non c’era. Nella seconda, sì. Ma Beppe era favorevole. E voglio essere preciso: non è mai stato contrario”.

IL FUTURO DI DYBALA

“Dybala dopo Ronaldo è l’acquisto che mi rende più orgoglioso, perché era un giocatore difficile da comprare. Veniva a sostituire Tevez, non proprio una roba leggera. Avevamo giocato una finale di Champions League, e stavamo comprando per quaranta milioni un giocatore del Palermo che aveva fatto tredici reti. Ti viene paura”.

“Dybala resta? Dybala resta, sì. Dalla Juve va via solo chi vuole andare via. I nostri giocatori, lo ripeto, sono difficilmente migliorabili. Dybala con chi è migliorabile? Difficile. Messi forse, già con Neymar avrei dei dubbi. E Dybala è uno che alla fine ce l’hai sempre. Gioca tutte le partite, è presente. Quando guardi la squadra ci trovi sempre il segno di Dybala”.