City-Girona, Champions a rischio? Cosa dice la UEFA sulla multiproprietà | OneFootball

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·5 maggio 2024

City-Girona, Champions a rischio? Cosa dice la UEFA sulla multiproprietà

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Grazie al successo in rimonta ottenuto contro il Barcellona, il Girona ha conquistato ufficialmente la qualificazione alla prossima edizione della UEFA Champions League. Un traguardo straordinario per un club che solamente nella stagione 2021/22 militava in seconda divisione in Spagna. Lo scorso anno è arrivato un decimo posto e ora l’accesso al torneo europeo per club più importante.

Un traguardo che fa contento il City Football Group, la holding che controlla il Girona, ma non solo. Il gruppo guida diversi club sparsi per il mondo, con il suo fiore all’occhiello rappresentato dal Manchester City. La doppia qualificazione in Champions League delle due squadre riporta in auge il tema della multiproprietà e delle regole imposte dall’UEFA nei confronti di società che si trovano sotto il medesimo “ombrello”.


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La UEFA per il momento non ha preso posizione sul caso specifico, ma ci sono già esempi di club sotto la stessa proprietà che hanno dovuto muoversi per potere avere tutte le carte in regola per partecipare alle coppe europee (come ad esempio Milan e Tolosa, nella passata stagione). Ma cosa dicono le norme della Federcalcio europea sulla multiproprietà? Cosa cambierà dalla stagione 2024/25?

Manchester City Girona multiproprietà – Cosa dice l’articolo 5

La UEFA ha sempre posto particolare attenzione a queste realtà, in particolare in caso di partecipazione alle coppe europee da parte di squadre che fanno parte dello stesso gruppo. L’articolo 5 del regolamento sulla Champions League recita infatti: «Per garantire l’integrità delle competizioni UEFA per club (vale a dire UEFA Champions League, UEFA Europa League e UEFA Europa Conference League), si applicano i seguenti criteri:

  • detenere o negoziare titoli o azioni di qualsiasi altro club che partecipa a una competizione UEFA per club;
  • essere socio di qualsiasi altro club che partecipa a una competizione UEFA per club;
  • essere coinvolto a qualsiasi titolo nella gestione, amministrazione e/o prestazione sportiva di qualsiasi altro club che partecipa a una competizione UEFA per club; o
  • avere qualsiasi potere nella gestione, amministrazione e/o prestazione sportiva di qualsiasi altro club che partecipa a una competizione UEFA per club.

Nessuno può essere coinvolto simultaneamente, direttamente o indirettamente, a qualsiasi titolo nella gestione, amministrazione e/o prestazione sportiva di più di un club che partecipa a una competizione UEFA per club.

Nessuna persona fisica o giuridica può avere il controllo o l’influenza su più di un club che partecipa a una competizione UEFA per club, tale controllo o influenza essendo definiti in questo contesto come:

  • detenere la maggioranza dei diritti di voto degli azionisti;
  • avere il diritto di nominare o revocare la maggioranza dei membri dell’organo di amministrazione, direzione o controllo del club;
  • essere azionista e controllare da solo la maggioranza dei diritti di voto degli azionisti in virtù di un accordo stipulato con altri azionisti del club; o
  • poter esercitare con qualsiasi mezzo un’influenza determinante nel processo decisionale del club».

Al comma 2 dello stesso articolo, si specifica invece che «se due o più club non soddisfano i criteri volti a garantire l’integrità della competizione, solo uno di loro può essere ammesso a una competizione UEFA per club, secondo i seguenti criteri (applicabili in ordine decrescente):

  • il club che si qualifica per merito sportivo alla più prestigiosa competizione UEFA per club (ovvero, in ordine decrescente: UEFA Champions League, UEFA Europa League o UEFA Europa Conference League);
  • il club che si è classificato in posizione migliore nel campionato nazionale dando accesso alla relativa competizione UEFA per club;
  • il club la cui federazione è classificata più in alto nelle liste d’accesso».

Il comma 3 sottolinea che «le società non ammesse sono sostituite», e dunque che «una società che non è ammessa alla competizione viene sostituita dalla squadra successiva meglio classificata nel massimo campionato nazionale della stessa federazione, a condizione che la nuova società soddisfi i criteri di ammissione».

Manchester City Girona multiproprietà – Cosa cambia con la nuova Champions

Fino a questo punto l’articolo 5 è rimasto inalterato rispetto alle passate stagioni, mentre è cambiato il comma 4. Nella versione del regolamento in vigore fino a questa stagione, il testo recitava: «Questo articolo non è applicabile se uno dei casi elencati al paragrafo 5.01 si verifica tra un club qualificato direttamente alla fase a gironi della UEFA Champions League e uno qualificato per una qualsiasi fase della UEFA Europa Conference League».

In sostanza, l’impossibilità per due squadre ammesse alle due diverse competizioni di scontrarsi nel loro cammino europeo “eliminava” i problemi legati alla multiproprietà. La stessa cosa non poteva dirsi per due club controllati dallo stesso azionista e presenti – per esempio – uno in Champions e uno in Europa League. Questo perché l’incrocio tra le competizioni (le terze classificate in Champions scalavano in Europa League) poneva il rischio di una sfida tra i club della medesima proprietà.

Con il nuovo format delle coppe europee, i passaggi da una competizione UEFA per club all’altra sono stati eliminati. Da qui, l’aggiunta del comma 5 che specifica: «Questo articolo non è applicabile se si verifica uno dei casi elencati al Paragrafo 5.01 tra:

  • un club che si qualifica (in conformità con l’Articolo 3) per la UEFA Champions League e accede direttamente alla fase a gironi e un club che si qualifica per la UEFA Europa League o UEFA Conference League;
  • un club che si qualifica (in conformità con l’Articolo 3) per la UEFA Champions League e accede direttamente ai playoff (percorso campioni o percorso lega) o al terzo turno di qualificazione del percorso lega o per la UEFA Europa League e accede direttamente alla fase a gironi e un club che si qualifica per la UEFA Conference League».

In sostanza, data l’eliminazione dei passaggi da una coppa europea all’altra all’interno della stessa stagione, la multiproprietà sarà tollerata anche per club che prenderanno parte a competizioni “attigue”, come la Champions e l’Europa League o l’Europa League e la Conference League.

Manchester City Girona multiproprietà – Il caso City Football Group

Nel caso di Manchester City e Girona, invece, il problema sarà inevitabilmente posto, dal momento in cui le due squadre prenderanno parte alla medesima competizione. Prossimamente si capirà quali azioni saranno richieste al City Football Group per evitare che una delle due squadre sia estromessa dalla competizione. Ma se così fosse, chi resterebbe fuori?

Secondo i criteri UEFA, al momento sarebbe il Girona ad essere escluso, perché la priorità spetta alla squadra che ha conquistato l’accesso alla Champions League con il miglior piazzamento in campionato e il City è attualmente secondo (come il Girona) ma potenzialmente primo (con una gara da recuperare). Se anche la squadra di Guardiola terminasse il torneo al secondo posto, spetterebbe comunque a lei la qualificazione, dal momento in cui l’Inghilterra precede la Spagna nel ranking per Paesi utilizzato per la compilazione delle liste d’accesso alle coppe europee.

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